Se tu avessi un solo desiderio da poter esprimere ora, che cosa faresti per migliorare la tua vita oggi?
[av_dropcap1]Q[/av_dropcap1]uanto ci frena ogni giorno il limite che ci poniamo da soli di viverci nel passato, a rimuginare su quello che è stato e non è più, oppure a proiettarci nel futuro, con tutto quello che non siamo e non abbiamo e che vorremmo essere o avere? Ci perdiamo così la possibilità di vivere a pieno l’unica dimensione in cui realmente agiamo e in cui possiamo rileggere il passato e costruire il nostro futuro: il presente.
Sì, proprio adesso, hic et nunc, qui ed ora. Il presente è il momento in cui posso scegliere di stare, scegliere come esserci, in cui posso scegliere la qualità, il modo in cui voglio stare nelle relazioni, con me stesso prima di tutto, sul lavoro, con i capi, i colleghi e i collaboratori, in famiglia, con i genitori, i figli, il partner, con gli amici, nello sport, negli hobby e nella società.
Siamo convinti a volte che non valga la pena provare a cambiare perché tanto le cose non cambieranno mai, oppure perché crediamo di non avere alternative possibili, o magari crediamo che siano gli altri a dover cambiare e non proprio noi, o ancora che non siamo in grado di cambiare perché tutto è cambiato troppo in fretta ad una velocità che non è la nostra. La difficoltà più grande nell’andare verso qualcosa di ignoto, incerto e nuovo, la incontriamo nel lasciare andare ciò che già conosciamo e con cui conviviamo nel bene e nel male.
Quanto tempo e quanta energia sprechiamo a cercarci dove non siamo, a non fare ciò che vogliamo realmente, a non frequentare chi vogliamo, a dire o non dire quello che pensiamo, a reagire piuttosto che a scegliere come agire, e a non essere chi siamo?
Qual è la più piccola cosa che potresti fare da subito per realizzare il cambiamento che desideri per migliorare la tua vita oggi?
Chi è partito da questa domanda si è soffermato ad ascoltare le parole utilizzate per poter agire in maniera allineata, e passo dopo passo ha trasformato il desiderio -“de-sidera, dalle stelle” – nel suo progetto, l’idea in azioni e comportamenti, il “devo” in un “voglio”, le paure nelle sue risorse, le barriere in nuove opportunità da esplorare, l’impossibile in possibile.
Sono le parole di chi ha aperto il suo cassetto e ha cominciato ad ascoltarsi e a creare spazi di possibilità allineando i propri pensieri – la mente, i propri valori – il cuore, e le proprie azioni – il corpo.
Sono le parole del cuore fotografate sul confine in quell’attimo, quel momento così vulnerabile e fragile e altrettanto forte e antifragile, quel momento irreversibile, potente e ricco di potenziale e di germinabilità. Quel salto tra emozioni contrastanti, rischio e slancio, consapevolezza e incoscienza. Un bambino che vive solo nel presente e guarda il futuro con il passato in tasca.
Raymond Queneau in “Esercizi di stile” ci mostra come nella parola e nella lingua siano implicite infinite potenzialità, che vanno solo lasciate libere di esprimersi. Una trama minima la sua raccontata in novantanove modi diversi, ognuno in uno specifico stile di narrazione differente. Una incredibile opera letteraria la sua, da cui prendiamo ora un solo e semplice spunto.
Cosa succederebbe se provassimo a ri-scrivere, a ri-raccontare e a narrare in modi diversi, la nostra storia o le situazioni che viviamo quotidianamente? Che effetto ci farebbe? Quali prospettive e quali alternative potremmo scoprire?
Se è vero che attraverso le parole possiamo liberare infinite potenzialità, come potremmo scrivere la nostra storia se usassimo le parole del cuore?