Ho scattato questa foto un mese fa. Ultima passeggiata in libertà.
Mi sorprendo a riguardarla ora trovando ispirazione nutriente per queste durissime settimane di prospettiva indefinita, di passaggio epocale.
Dalle crepe può entrare luce, da questa è entrata vita.
Una gemma e un sottile manto di muschio, che quasi senza radici sa abitare qualsiasi terreno e sopportare la disidratazione grazie all’osmosi.
Le nostre radici come esseri umani sono invece molto profonde. Nel ricontattarle ci offrono fonti di linfa preziosa, saggezza e storia di generazioni passate, frammenti di vita che ricomposti sono l’essenza del nostro presente ed embrione del nostro futuro.
Per adattarci occorre leggerezza, flessibilità, velocità e permeabilità al mondo esterno, all’altro, diverso e sconosciuto. Proprio come attraverso un’osmosi diventano così possibili scambio, dialogo, confronto, generatività, creatività e progettualità.
Siamo custodi unici delle nostre energie, responsabili dell’uso delle risorse disponibili e della scelta del ricordo lasciato di ogni momento.
Prendiamoci cura dunque dei piccoli dettagli, dei segnali deboli e delle crepe, che sono sì ferite, ma anche teneri e vulnerabili germogli di futuro possibile.
Partiamo da un semplice clic, un gesto, uno sguardo, un sorriso e un grazie.
